ASPLENIUM o dell’abbandono

performance itinerante site-specific

progetto Collettivo Micorrize

performance Marta Lucchini

allestimento Rosa Lanzaro

Le case abbandonate prendono i colori dell’erba,

della pioggia, del vento, delle cortecce,

dei sassi, dei rovi e della terra”.

Mario Ferraguti, La voce delle case abbandonate

ASPLENIUM o dell’abbandono è una performance itinerante realizzata nella contrada Zarri di Torre di S. Maria per Alt[r]o Festival Valmalenco (SO). ASPLENIUM indaga il tema dell’abbandono, insinuandosi tra i vicoli di una vecchia contrada che, come la montagna su cui è arroccata, va via via spopolandosi.

ASPLENIUM è un canto all’abbandono, un rituale visionario che nasce dalla domanda: “Che succede dopo che l’uomo se ne è andato? Quando lo spazio si è svuotato della presenza umana, cosa resta?”.

Da questa domanda, e dal nostro abitare gli Zarri per provare a rispondervi, sono emerse presenze mute, fantasmagoriche, a tratti oniriche, che richiamano mondi più-che-umani.

L’abbandono si rivela qui non solo come forza che lacera e sottrae, ma anche come forza che spalanca spazi, sfuma i confini dell’abitato, chiama a raduno altri esseri viventi, apre la via a nuove e sorprendenti presenze.

Abbiamo scelto di raccontare tutta la vita che c’è anziché porre l’accento su tutta la vita che non c’è più. Abbiamo cercato la vita, le vite, tra vecchi muri anneriti, immaginando e dando corpo a chi e a cosa cresce, aprendosi un varco tra le pietre e il cemento.

Le immagini cui abbiamo dato forma attraverso partiture coreografiche ed installazioni, sono emerse dunque da una relazione, una conversazione silenziosa con tutto l’intorno – case ormai disabitate, popolate di felci ed erbe rampicanti, qualche anzian* che ancora lì abita, tetti grigi ricoperti di muschio, balconi in legno smangiucchiati dai tarli, dalla neve e dalla pioggia, muri screziati di muffe e licheni… 

portfolio ASPLENIUM o dell’abbandono

ASPLENIUM, on the abandonment

performance site-specific

concept Collettivo Micorrize

performance Marta Lucchini

staging Rosa Lanzaro

ASPLENIUM, on the abandonment is an itinerant performance staged in the Zarri district of Torre di S. Maria for Alt[r]o Festival Valmalenco (SO). ASPLENIUM investigates the theme of abandonment, creeping through the alleyways of an old district that, like the mountain on which it is perched, is gradually becoming depopulated.

ASPLENIUM is a song to abandonment, a visionary ritual that stems from the question: ‘What happens after the human being is gone? When space has been emptied of human presence, what remains?’.

From this question, and from our inhabiting the Zarri trying to answer it, mute, phantasmagorical, at times dreamlike presences emerged, recalling more-than-human worlds.

Abandonment is revealed here not only as a force that lacerates and subtracts, but also as a force that opens up spaces, blurs the boundaries of habitation, calls other living beings to gather, opens the way to new and surprising presences.

We have chosen to recount all the life that is there rather than emphasising all the life that is no longer there. We have searched for life, for lives, between old, blackened walls, imagining and giving substance to who and what grows, opening a passage between stones and concrete.

The images we have given form to through choreographic scores and installations, have thus emerged from a relationship, a silent conversation with all the surroundings – uninhabited houses overgrown with ferns and climbing grasses, a few old people still living there, grey moss-covered roofs, wooden balconies battered by woodworm, snow and rain, walls streaked with mould and lichen… 

The soundtrack of the project was the roar of the torrent rushing down the opposite side of the valley, the wind in the trees, the birdsong, the dreamed voices of those who were there and are no more, the water flowing in the large wash-house, the driving rain. A single piece of music introduces the walk: Three Latin Prayers, Ave Maria for cello solo by Giacinto Scelsi.

foto Sara Lanzaro

Foto di Simone Bracchi 

Video di Simone Bracchi